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Un intenso Mercante di Venezia al Rossetti

today13 Ottobre 2022

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Una trama dai nodi  attuali e necessari, che riflette eticamente su rapporti sociali e interreligiosi e sul rischio di facili, quanto superficiali, conclusioni.

È Il mercante di Venezia  che ha inaugurato, a Trieste, la stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Il testo di Shakespeare, snellito e attualizzato, arriva in una produzione dello Stabile – realizzata in sinergia con il Centro Teatrale Bresciano e il Teatro de Gli Incamminati – forte del  successo ottenuto nell’ambito dell’estate veronese al Festival Shakespeariano.

Magistrale l’interpretazione di Franco Branciaroli. L’attore  milanese, sempre originale e attento al testo, caratterizza  uno Shylock prepotentemente e ostinatamente  vibrante di rancore e desiderio di vendetta ma ricco anche di sarcasmo e ironia.

Intorno a lui un cast eccellente, pronto a restituire tutta la tensione emotiva dei personaggi, tra cui spiccano Piergiorgio Fasolo, che carica  il suo  Antonio di tutta l’ambivalenza  dell’interrogativo etico shakespeariano, Stefano Scandaletti, l’ingenuo Bassanio, Valentina Violo un’efficace e machiavellica Porzia.

La scelta di fondo di Paolo Valerio, che ha curato adattamento e regia, punta a scarnificare e a essenzializzare.  Sottolinea gli elementi salienti e sempre attuali nell’animo umano dell’opera inglese: l’odio e la vendetta ma anche la clemenza, la lealtà  e l’amore.  Non  offre invece facili ricette. Anzi sottolinea, con un finale a sorpresa, tutta l’ambivalenza dell’animo umano dove il bene, e dunque il male, non stanno mai da una sola  parte.

Operazione riuscitissima  per  un testo così problematico e sfaccettato: da un lato il mondo duro e a tratti violento di Venezia, dall’altro quello poetico di Belmonte, luogo di Porzia e le sue damigelle.

Da un lato, dunque   il mondo maschile  e mercantile, fino all’usura, della rivalità e del contrasto; dall’altro una  dimensione tutta al  femminile, la cui capacità  negoziale restituisce al dramma un  insperato esito felice.

Contrapposizioni tutt’oggi dense di senso che affascinano lo spettatore fino a un finale che supera, emblematicamente,  la tradizione della messinscena di questo capolavoro.

 In uno spazio spartano quanto denso  di significati, pronto ad aprirsi a diverse altezze su mondi diversi, la parola e le azioni sono al centro della scena creata  efficacemente da  Marta Crisolini Malatesta,  illuminata dalle luci di Gigi Saccomandi e dalle sonorità musicali  di Antonio Di Pofi che  – così come i costumi di Stefano Nicolao, una rivisitazione moderna di abiti seicenteschi – contribuiscono a creare un link tra presente e passato dell’opera shakespeariana, a sottolineare tutta l’attualità del testo.

Si replica al Teatro Rossetti sino al 16 ottobre.

Scritto da: Monica Ferri

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