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Diretta Damilano - Enrico Torlo igor Damilano
Il mondo fiabesco del “Flauto Magico” di Mozart torna sul palco del Teatro Verdi con i colori da Mille e una notte e molti punti di forza. Firmata dal regista di esperienza Ivan Stefanutti, l’opera più esoterica del compositore di Salisburgo si accende in questo allestimento di suggestioni cromatiche e rimandi esotici che traspongono la storia in un mondo orientaleggiante, ricco di accenni visivi a tradizioni millenarie extraeuropee. Sotto un cielo stellato, in un mondo appena accennato, Stefanutti che cura anche le scene, affida a pochi, ma scelti, iconici elementi il compito di delineare, sempre con equilibrio cromatico, le diverse ambientazioni: rocce e piramidi, serpenti e draghi in un caleidoscopico mondo immaginario. E tanto quanto Mozart tolse l’artificio barocco alla sua “recita cantata” (lo Singspiel appunto) così Stefanutti rende essenziale lo spazio scenico e colloca la storia in un immaginario decontestualizzato, dove tutto può succedere, dal sapore magico e irrituale. In questo mondo senza tempo, come nelle favole, i personaggi sono consegnati alla ricerca eterna della verità dell’uomo, sostanziato di amore e fratellanza ma anche di prove iniziatiche da superare, punti fermi della cultura massonica a chi Mozart ha prestato la sua opera che Stefanutti ha scelto di non sottolineare nella sua messa in scena.
Di contro ricchi e colorati, impreziositi di strass, sono gli abiti di questo allestimento. Firmati sempre da Stefanutti evidenziano l’aspetto fiabesco, scelto dal regista come cifra del suo lavoro che ben si adatta allo spirito giocoso di Mozart. E la chiave interpretativa proposta conferisce leggerezza, senza svilirlo, al messaggio utopico di quest’opera con il suo lessico della fratellanza e del cammino dell’uomo verso l’evoluzione. L’impianto luci, poi, di Emanuele Agliati, valorizza appropriatamente scene e costumi.
L’allestimento, coprodotto dai Teatri di OperaLombardia, insieme a Fondazione Teatro Verdi di Trieste e Opera Carolina, e che già è stato apprezzato a Como dove ha inaugurato la stagione in corso, ha incassato consensi anche al Trieste sia per il buon livello del cast in scena che per la conduzione d’orchestra dell’ esperta mozartiana Beatrice Venezi.
Dal podio il maestro ha condotto l’orchestra con energia ed eleganza, disimpegnandosi bene nel caleidoscopio mondo di registri musicali a lei ben noti, ma ha anche ammaliato il pubblico per la sua mise in bianco, una nota insolita per il podio del Verdi.
Molto omogeneo il cast in scena. Alla prima al posto di Letizia Bertoldi, assente per una improvvisa indisposizione, ha brillanto la talentuosa Nicole Wacker. Il soprano svizzero per la prima volta sul palcoscenico del Verdi ha incassato i maggiori applausi per una delle arie più attese, Der Hölle Rache, quella per intenderci della Regina della Notte. La Walcher nel ruolo aveva già raccolto grande successo in tournée con Opera Lombardia e conferma la capacità di interpretare l’acrobatico virtuosismo mozartiano con maturità interpretativa.
Numerosi i consensi anche per il soprano croato Darija Aguštan, voce di pregio che con un’ottima intonazione e dizione ha presentato una Pamina appassionata che ha un po’ offuscato il Tamino di Paolo Nevi, un altro talento di grande statura dall’Accademia della Scala.
Ottima la prova anche di Alessio Cacciamani, uno dei basso tra i più ricercati in teatri come San Carlo, Opera di Roma, Fenice, che ha offerto un Sorastro di solida impostazione e autorevolezza. Vocalmente brillante e disinvolto in scena il Papageno di Vincenzo Nizzardo, che strizza l’occhio di ad Arlecchino che a Aladino, versatile e spigliata la Papagena di Chiara Maria Fiorani.
Completano il primo cast il tenore Marcello Nardis e il basso Liu Ytian, monché I Tre Geni Caterina Trevisan, Francesca Clemente e Marina Lombardi che hanno inaugurano con la loro presenza il il nuovo accordo di collaborazione con il Conservatorio di Musica G. Tartini di Trieste.Nel secondo cast di questo allestimento il soprano Patricia Daniela Fodor (Pamina), il tenore palermitano, anche lui giovanissimo Andrea Schifaudo (Tamino) reduce da importanti produzioni al Teatro Comunale di Bologna e al Petruzzelli di Bari. Alessandro Ravasi (Sorasto).
Il Flauto Magico è in scena in versione integrale, in lingua originale e con i dialoghi in italiano che aiutano a seguire i passaggi della storia.
Si replica al Teatro Verdi di Trieste sino al 17 dicembre.
Scritto da: Monica Ferri
Die Zauberflot flauto magico Fondazione Teatro Verdi Trieste Wolfgang Amadeus Mozart
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