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Diretta Damilano - Enrico Torlo igor Damilano
Prendete due fratelli argentini, di origini calabrese, una madre artista, un padre pugile e voilà, la magia è fatta.
Nasce uno stile, unico nel tango, fatto di passi, tanto impeccabili quanto velocissimi, che uniscono dinamismo e tecnica, sapientemente “conditi” da fantasia e a un pizzico di ironia. E’ lo stile de Los Hermanos Macana, al secolo Enrique y Guillermo De Fazio, che li ha portati ad essere protagonisti indiscussi di tanti festival internazionali di tango e ora impegnati in tournée ianche in Italia con il loro ultimo spettacolo dal titolo Tango Macho. Il 12 e il 13 febbraio scorso hanno entusiasmato il pubblico anche dalle nostre parti. Prima al Teatro Comunale di Cormons e poi a Trieste, al Teatro sloveno. Hanno portato una folata di allegria, quasi spavalderia certo, ma soprattutto hanno sbalordito, così come ci hanno abituato in questi anni con la loro straordinaria abilità.
Conosciuti nel mondo per l’inconsueta particolarità di esibirsi in coppia tra loro (dove toccano l’apice del virtuosismo e della perfetta sintonia) in quest’ultimo spettacolo danno vita anche a gustosi duetti, e perché no anche a terzetti, e con partner femminili. Quasi tre ore di spettacolo, accompagnati da 8 poliedrici ballerini professionisti e da 4 musicisti.
Uno spettacolo che si caratterizza per la genuinità del prodotto, come d’altra parte sembra essere il carattere di Enrique y Guillermo De Fazio, italo-argentini cresciuti presso la scuola di grandi maestri argentini di tango come Juan Carlos Copes, Eduardo Aquimbau ed altri ancora. E così una grande fantasia coreografica dà vita ad atmosfere che rievocano le origini del tango. Sembrano raccontarci una storia i fratelli De Fazio. Ci introducono nella milonga, locale tipico da ballo di B.A. , nei rituali dei “compadritos” – i guappi dell’epoca – che, per carenza di donne, erano costretti ad impratichirsi ballando tra di loro, desiderosi di primeggiare, mostrando le loro abilità e doti virili.
Divertono e incantano, interpretando brani famosi, come Oblivion di Astor Piazzolla, dove Guillermo danza un magnifico quadro in cui il tango si unisce alla danza contemporanea. Ci mostrano il rituale del fidanzamento, con la tipica chacarera e poi l’arte delle . Ma soprattutto stupisce, ancora una volta, la velocità, quasi acrobatica, della loro esecuzione Perché il tango, visto con i loro occhi, è allegria, spavalderia e gioco insieme. Non è un caso che il significato del loro nome d’arte “Macana”, che deriva dal gergo popolare di Buenos Aires, il “lunfardo”, significhi picaresco, giocoso, tipo in gamba. E loro lo sono.
Si replica al Teatro Corso a Mestre il 21 febbraio prossimo.
di Monica Ferri
Scritto da: Monica Ferri
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