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Diretta Damilano - Enrico Torlo igor Damilano
Contemporanea, elegante e sontuosa la Manon Lescaut di Guy Montavan fa discutere ma convince.
Lo spettacolo in scena a Trieste è il primo appuntamento della Stagione lirica. Il titolo mancava nel capoluogo giuliano dal 2007 e arriva in un allestimento senza tempo e fortemente metaforico. Mette in luce il forte contrasto emotivo della protagonista, donna sfacciatamente contemporanea, e contrappone in lei due livelli: quello fastoso e ricercato e l’altro spoglio e desolato. Due livelli sottolineati dal regista svizzero – direttore generale del teatro di Erfurt – ma tenuti insieme dall’amore egoistico che Manon “ nella buona e nella cattiva sorte” ha per se stessa. Ne emerge una donna quasi moderna, unica catalizzatrice dell’azione registica attorno alla quale ruotano gli uomini: chi la vuole amare (de Grieux) e chi la vuole possedere come musa ispiratrice (Geronte). Combattuta tra sentimenti contrastanti, capace di amare ed essere fedele solo a se stessa, questa Manon trova nella morte l’unica via di uscita dalla sua coazione a ripetere il tradimento, inclinazione scomoda e impossibile da accettare – questo sì unico elemento fedele al tempo in cui fu scritta l’opera a fine ‘800 – in una cultura borghese e maschilista.
Un allestimento decisamente interessante per l’interpretazione estetica offerta da Montavan, definito dalla critica europea come un successo clamoroso quando è andato in scena lo scorso anno a Montecarlo – e per una lettura registica che arricchisce l’interpretazione di Manon con nuove sfumature.
Sofisticata la messa in scena con una scenografia ricercata tanto quanto la scelta dei materiali (a partire dal secondo atto) con velluti, cristalli e mobili di design, illuminati dalle luci sensuali dello scenografo Hank Irwin Kittel. Moderni, a tratti essenziali, gli abiti di Kristopher Kempf che porta decisamente Manon nel nostro secolo. Dal podio orchestrale la direttrice Giovanna Fratta esibisce la sua passione e lo studio appassionato per Puccini, a cui ha dedicato una costante ricerca esecutoria con una conduzione energica ed elegante. Totale per lei il feeling con l’Orchestra del Verdi.
Nel cast spicca l’interpretazione della croata Lana Kos, voce stimata ed apprezzata in tutto il mondo, che offre una Manon dirompente, sensuale e leziosa, in alternanza con Alessandra Di Giorgio, giovane soprano con importanti collaborazioni internazionali. Tra i due tenori, che danno voce allo sfortunato Cavaliere des Grieux, domina l’italiano Roberto Aronica su Murat Karahan, mentre molto apprezzato dal pubblico è anche a Trieste l’interpretazione del basso Matteo Peirone in Geronte, a cui si alterna il giovane messicano Fernando Cisneros in Lescaut. Presenti nel cast anche il tenore Paolo Nevi (Edmondo), il veterano Nicola Pamio e il giovane mezzo-soprano Magdalena Urbanowicz formatasi al Lirico Sperimentale di Spoleto nel ruolo del musico.
Sin dalla prima di stagione, dunque, si conferma la cifra stilistica del Verdi di Trieste attenta ad alternare nomi famosi di esperienza e solidità artistica a giovani di grande talento ma già confermati da importanti istituzioni formative.
Manon Lescaut chiuderà il suo percorso il 18 novembre al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
La campagna abbonamenti invece è ancora aperta fino al 12 novembre.
Scritto da: Monica Ferri
Fondazione Teatro Verdi Trieste Gianna Fratta Guy Montavon Manon Lescaut
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